#StoriediVitaperDEA – “La traduttrice Laura Rescio” a cura di Giovanna Fasciani
Intervista alla traduttrice Laura Rescio. A cura di Giovanna Fasciani
Nei miei soggiorni a La Spezia ho incontrato Laura Rescio, una donna traduttrice molto apprezzata, che ha lavorato all’estero per diverso tempo.
Nel raccontarmi la sua storia si sofferma sul rapporto che aveva con la sua famiglia. Mi racconta che le aspettative che i genitori avevano su di lei e sulla sua vita erano talmente diversi da creare una frattura interna perché non riusciva a sottrarsi facilmente ai voleri familiari e ai doveri di figlia. Mi racconta che ha dovuto seguire le direttive materne sulla scelta della scuola superiore (liceo classico) e poi per due anni la facoltà di lettere. Quando finalmente riuscì a convincere i genitori a iscriverla a Lingue e, la sua motivazione nello studio cambiò radicalmente. Fin dalle medie aveva avuto la passione per le lingue straniere; al liceo le materie in cui aveva i migliori risultati erano latino, greco e inglese soprattutto nelle traduzioni delle versioni. La professoressa le diceva che aveva “il latino dentro”. Amava moltissimo anche i libri e le sembrava logico sognare di fare la traduttrice. Laura ha studiato il russo e il polacco, lingue meno convenzionali che le sembravano più interessanti per una opportunità lavorativa. Ogni anno andava a Varsavia, Mosca e a Praga con borse di studio e per un anno lavorò anche alla biblioteca di glottologia di Genova grazie a un programma per studenti meritevoli. L’ultimo anno di studi, rimase per 6 mesi in Polonia per scrivere la tesi sulla scrittrice ebrea Debora Vogel, uccisa con la famiglia nel ghetto di Leopoli..
Durante gli studi, seguendo la sua indole, ha iniziato a fare traduzioni tecniche. Dopo la laurea, per ragioni personali, decide di trasferirsi ad Amsterdam dove impara l’olandese. Trova velocemente lavoro in un call center in cui utilizzava sia l’italiano che l’inglese. Ad Amsterdam l’ambiente lavorativo è dinamico, ci sta bene. Dopo circa tre anni in Olanda però rientra in Italia e va a vivere a Milano, e qui si dedica ad un nuovo lavoro nel settore tecnico-informatico. Anche in questo caso Laura trova un ambiente di lavoro piacevole e stimolante: faceva corsi di aggiornamento e viaggiava spesso. Nonostante il buon lavoro, non abbandona la sua passione per le lingue e frequenta dei corsi serali per studiare il cinese (al termine del quale farà un corso estivo a Pechino), e di traduzione editoriale tenuto da Isabella Blum. Arrivata a questo punto Laura, anche se appagata professionalmente, inizia a risentire di questi continui cambiamenti di luogo e di vita e dei fallimenti nei rapporti personali. Le cose si complicano ulteriormente con l’entrata in scena di uno stalker….
A questo proposito mi dice che nel mondo del lavoro aveva sempre incontrato maschilismo e diffidenza, anche se alcuni colleghi – magari con una punta di divertita curiosità – la rispettavano e la accettavano. Quando iniziò a scoppiare la bolla della new economy l’azienda dove lavorava cominciò a licenziare decine di persone. Laura non venne licenziata, ma dove prima erano in cinque a lavorare si ritrova sola con una mole di lavoro enorme. Questo le causa un crollo fisico. Si ammala ed è costretta a licenziarsi. Proprio in questo periodo apprende di essere celiaca, e questa condizione le sarà di impulso per creare nuove cose, come un blog di cucina e scrittura di testi di ricette per celiaci. A causa della celiachia, infatti ha dovuto imparare a mangiare e a cucinare in un nuovo modo. Mi dice che inizialmente temeva di non poter più fare molte cose, come i viaggi ecc. ma poi il fatto di poter condividere con altri alcune cose che aveva imparato le ha fatto nascere il desiderio di creare un blog dedicato alla cucina senza glutine: Bello & buono (https://belloebuono.wordpress.com) da cui sono poi nati anche un paio di piccoli libri di cucina senza glutine. Certo, ristabilirsi in salute fisica e psicologica non è stato facile e ha richiesto molto tempo. Decide quindi di fare ritorno a casa, nella sua città natia (La Spezia) dove ben presto si rende conto che le possibilità di lavoro sono scarse, e allora decide di formarsi nuovamente per lavorare nel settore che le piaceva: tenta l’esame per il master in editoria a Bologna diretto da Umberto Eco e viene subito selezionata con un ottimo punteggio. Per due anni viaggia tra La Spezia, Bologna e Milano, riesce a concludere il master e inizia a fare traduzioni, anche grazie a uno stage (non retribuito) in Bollati Boringhieri, con cui comincia a collaborare anche per correzioni di bozze e revisioni. Inizia a tradurre per vari editori e da lì inizia a lavorare nel settore facendo molte traduzioni tecniche. Ultimamente invece è passata esclusivamente traduzioni editoriali.
Laura al momento traduce libri dal polacco, dall’olandese e dall’inglese. Ne ha tradotti più di venti in vari ambiti. Uno dei primi testi tradotti è stato uno scritto di spiritualità. Il primo (dall’inglese) fu Discorsi sulla Bhagavad Gita di Vinoba. Poi ha tradotto romanzi, thriller, saggistica, libri per bambini. L’ultimo libro è stato tradotto dall’olandese: L’amante di Rembrandt, di Simone van der Vlugt. In questo momento sta traducendo dal polacco due libri molto belli per bambini per Mimebù, una nuova costola dell’editore Mimesis dedicata appunto ai libri per l’infanzia.
Mi confida che è molto difficile sopravvivere solo con il lavoro di traduzioni e così ha deciso di aggiungere l’insegnamento della lingua inglese. Nel 2016 ha preso un certificato Cambridge CELTA per l’insegnamento dell’inglese. Diploma che l’ha formata nell’insegnamento. Durante il lockdown è riuscita a proseguire nell’insegnamento on line insegnando soprattutto inglese e italiano per stranieri, anche a polacchi che si sentono facilitati dalla conoscenza della loro lingua. Qualche volta le è capitato anche di dare lezioni di polacco.
Laura è una persona ricca di interessi: ha fatto molti corsi di aggiornamento, di lingue, di scrittura; e tra le varie occasioni formative, qualche anno fa ha freqeuntato l’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia dove ha seguito per un anno il corso “L’arte della felicità” che ha avuto un impatto molto positivo sulla sua vita. “Grazie” al lockdown ha ripreso anche a praticare yoga. Le piace molto scrivere: sta valutando se pubblicare un suo libro (il suo sogno nel cassetto) e frattanto ha ricevuto qualche piccolo riconoscimento per racconti o altre cose da lei scritte. Ora sta lavorando a un nuovo progetto legato al cibo, e a uno dedicato alla “microeditoria a km0” per la pubblicazione di piccoli libri in edizioni, limitate(https://ordinealfabetico.com), Questo progetto, mi spiega, è iniziato nell’ambito di un gruppo di acquisto solidale, con interviste ai produttori.
Per quanto riguarda la sua vita privat, mi racconta che qualche anno fa ha finalmente incontrato una persona che ha scelto come compagno di viaggio e si sono sposati. Un uomo che la incoraggia nelle sue imprese: al momento attuale stanno lavorando insieme a un libro sui viaggi che non si sono potuti fare negli ultimi anni, soprattutto durante il periodo del Covid.
Salutiamo Laura e restiamo ammirati dalla sua forza e dalla sua perseveranza nel raggiungere i propri obiettivi.