GINNASTICA ARTISTICA: TALENTO PASSIONE E DETERMINAZIONE di Giuseppina Salinardi
Intervista a Laura Caruso e Massimo Venditti
Massimo Venditti è stato un ginnasta e anche lui fin dall’età di 8 anni è entrato in palestra e da quel momento non l’ha mai lasciata, fa ormai parte della sua vita. Dopo una carriera agonistica durata più o meno dieci anni, ha cominciato la professione dell’allenatore. Ha fondato ed è direttore tecnico di una associazione sportiva che si chiama Adesso Sport, un’associazione sportiva che opera da quasi 40 anni nel quartiere Appio Latino di Roma ed è un vivaio di ottime ginnaste. Adesso Sport ha una di squadra di ginnaste attualmente nel campionato italiano di serie B.
Laura Caruso ho iniziato a praticare la ginnastica artistica anche lei all’età di dieci anni per gioco, senza mai immaginare che sarebbe divenuta la sua professione. Ha conosciuto Massimo a 16 anni, come allenatore. Giunta al diploma, ha sentito che anche per lei era nata questa grande passione per l’allenamento della palestra e quindi ha cominciato ad allenare i bambini, e continua senza stancarsi ancora oggi.
Fascino della ginnastica artistica, in cosa consiste
La ginnastica artistica è uno sport che unisce la potenza alla forza ma anche tanta tanta eleganza. E’ una disciplina che insegna a capire che ognuno può superare i propri limiti, che c’è sempre la possibilità di migliorarsi attraverso i sacrifici, attraverso la passione e la motivazione. E’ molto bello vedere la felicità negli occhi di chi pratica questo sport, quando un limite viene superato e si raggiunge un obiettivo.
È uno sport che richiede educazione, umiltà e rispetto per l’avversario, dunque chi fa ginnastica artistica acquisisce un comportamento che serve nella vita. E ciò non è valido solo per le atlete ed atleti, ma anche per le famiglie che apprezzano questi cambiamenti e questi atteggiamenti, che i propri figli portano nei contesti che frequentano.
La ginnastica artistica è uno sport di “genere” e quale il profilo ideale dell’atleta
Non è uno sport “di genere”, la differenza fra la ginnastica artistica femminile e maschile sta negli attrezzi diversi che vengono utilizzati dagli atleti, a tal punto diversi che sembrano due sport. Altra differenza è nelle fasi di sviluppo che, per i maschi si aggira intorno ai 14 anni e, per le femmine è più precoce, intorno ai 12 anni.
Sotto l’aspetto caratteriale, l’atleta ideale di ginnastica artistica è sicuramente un atleta che ha poca paura o forse è in grado di superare la paura. Poi deve avere quella grinta necessaria, soprattutto durante le gare. Inoltre, tanta passione e spirito di sacrificio. Esistono poi, come in tutti gli sport, atleti che hanno una predisposizione naturale e che apprendono rapidamente ed altri che, invece, arrivano agli stessi risultati con la passione e la fatica e la determinazione. Comunque, la leva più importante è la passione!
Allenando prevalentemente bambine e ragazze, è interessante anche il rapporto che stabiliscono con il corpo, di cui si cominciano ad accorgere intorno ai 13-14 anni, quando ne apprezzano le forme eleganti. Considerando che spesso il corpo vola nell’esecuzione degli esercizi di ginnastica artistica, le ginnaste si rendono conto della sua importanza, del fatto che debbano prendersene cura e che va difeso.
Il ruolo del coach. In cosa non può sbagliare.
Il coach ha una grande responsabilità, non è solo istruttore nello sport, ma anche istruttore di vita. L’unica cosa su cui non si può sbagliare è il rispetto verso l’atleta, che va trattato, innanzitutto, come una persona. Il lavoro molto intenso da fare è rafforzare la stima e la motivazione dell’atleta, supportarlo specie nei periodi in cui vacilla, in cui vive delle angosce. Il coach non lavora solo con l’atleta ma anche con le famiglie, in tandem per capire cosa fare in certi periodi e lavorare insieme, assumere un medesimo comportamento proprio durante i periodi difficili. L’aspetto tecnico va di pari passo con l’aspetto psicologico e motivazionale e quest’ultimo va affrontato con la famiglia a qualsiasi età.
Ginnaste ideali
Nel panorama italiano sicuramente Vanessa Ferrari, detta anche la “Cannibale di Orzinuovi” per la sua grinta e determinazione. Atleta di 30 anni, a soli 17 era già Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. E’ stata la prima e, fino al 2014, l’unica ginnasta in Italia ad eseguire lo Tsukahara avvitato “Silivas”, un doppio salto indietro con doppio avvitamento. Quella di Rio sarà la quarta Olimpiade per Vanessa Ferrari, che nel 2007 è stata insignita del Collare d’oro del Coni, l’anno dopo è volata a Pechino e nel 2012 è stata anche a Londra. Purtroppo a Montreal nel 2017 ha subito un brutto infortunio, la rottura del tendine di Achille, che aveva fatto presagire la fine della carriera. Invece è ritornata a gareggiare ad altissimi livelli proprio quest’anno ai Mondiali e con l’obiettivo delle Olimpiadi di Rio.
A livello internazionale, Nadia Comaneci. Ginnasta rumena. Ha vinto cinque medaglie d’oro alle Olimpiadi, compie 60 anni quest’anno. Fu usata come il maggior vanto propagandistico di regime e di prestigio della Romania. Fu costretta a diventare a 15 anni l’amante del terzogenito del dittatore, l’alcolizzato Nicu Ceaușescu, che l’avrebbe sottoposta ad abusi fisici e sessuali. A 20 anni la relazione finì e lei scappò negli Stati Uniti dove tuttora vive. È una delle donne più impegnate socialmente e politicamente. Una donna a tutto tondo, oltre ad essere una campionessa nello sport.