#StoriediVitaperDEA – MAGDALENE: LA DOCENTE OSTRETICA DELL’UGANDA a cura di Giovanna Fasciani

Magdalene : la docente ostetrica dell’Uganda

Magdalene è nata nel 1971 nella regione Karamoja nel Nord est dell’Uganda. Al momento attuale lavora in un progetto della cooperazione Italiana in Sud Sudan, a Juba. Lei appartiene al gruppo etnico degli Acholi, popolazione Nilotica del nord dell’Uganda. Infatti per questo motivo essendo di un altro gruppo etnico la sua famiglia veniva percepita come straniera tra i Karimojon. Una popolazione che vive
di pastorizia. Il suo percorso si snoda tra l’esperienza paterna, docente nella regione Karamoja, ed il “trauma” di nascere e crescere in una regione molto povera e chiusa, aspetto che l’ha formata fin da bambina. Seguiamo insieme la vita di questa donna gentile, intelligente e coraggiosa che ha studiato per diventare ostetrica e successivamente docente.

Mi racconta che in Uganda la qualifica di ostetrica si ottiene dopo aver superato 3 livelli di istruzione: bisogna avere competenze consolidate per praticare la professione e per insegnare. Mi racconta che per poter studiare ostetricia si è dovuta spostare in un’altra regione ed abbandonare la casa paterna. Per pagarsi gli studi faceva qualche lavoretto, come preparare alimenti e venderli. In questo modo aiutava anche la sorella e la cugina nella loro formazione. Una volta conseguito il diploma è tornata tra i Karimojong perché è una regione isolata dove è molto difficile trovare un medico e/o un infermiere. Il suo racconto si sofferma molto nella descrizione della regione Karamoja: la stagione secca dura sei o sette mesi e la popolazione viene aiutata dal World Food Programme per gli alimenti. Le donne sono considerate principalmente motivo di ricchezza e merci (commodities) per scambi matrimoniali e gli uomini non si prendono cura di loro.

Magdalene mi spiega che le sue classi sono formate prevalentemente da studentesse che però non provengono dalla regione Karamoja
perché le famiglie negano alle ragazze la formazione sanitaria per diversi motivi. Il primo è che le figlie allontanandosi dall’etnia incontrerebbero uomini di altri gruppi etnici. Inoltre, aspetto importante, i Karimojong considerano la professione del
medico e dell’infermiere pericolosa perché lavorano con la malattia e la morte e rischiano di portare nella propria casa la malattia e la morte dei propri pazienti.

Mi illustra in modo ampio i problemi che vivono le donne partendo proprio dalla regione Karamoja fino al lavoro attuale a Juba, in Sud Sudan. Mi espone i problemi da un punto di vista sanitario. Mi parla della regione Karamoja e mi dice che le donne soffrono molto l’ambiente secco perché non hanno acqua. Sono affamate e deboli e vengono sostenute con acqua e zucchero in ospedale. Restano da sole in ospedale quando partoriscono perché gli uomini continuano a lavorare con gli animali e nei campi. Non hanno coperte per coprire il neonato quando nasce. Nonostante la fame e la povertà si sofferma sul fatto che le donne siano felici e serene anche se la cultura impone loro di occuparsi del nutrimento della famiglia, dei figli e del marito pur avendo risorse scarsissime. Infatti non hanno soldi perché il
marito tiene tutto per sé e quindi non possono iniziare nessuna attività economica. L’unica cosa da cui possono ricavare qualche spicciolo è la vendita di legname.

In questo contesto Magdalene ha avuto la fortuna di avere un padre che l’ha spinta a studiare perché reputava l’istruzione fondamentale per la crescita dei figli. Lui stesso era un docente ostetrico. L’idea di Magdalene quando era giovanissima era quella di studiare per diventare un avvocato e difendere i più deboli ma il padre l’ha spinta a prendere la strada della medicina probabilmente per seguire le sue orme. Inevitabilmente Magdalene si è dovuta orientare su un’altra strada. Nonostante questo mi dice che è felicissima del suo lavoro. Da quando è diventata una docente ha visto le sue allieve diventare insegnanti a loro volta e la chiamano per ringraziarla. Hanno imparato molte cose, lavorano bene e, mi dice con soddisfazione, non dipendono più dagli uomini ma unicamente dal loro lavoro. Lei
stessa non si è mai sposata perché ha deciso fin da piccola di essere indipendente perché nella regione Karamoja in cui è cresciuta ha visto le donne lavorare duramente perché sottomesse al potere maschile. Possiamo dire che Magdalene ha optato per una scelta coraggiosa e molto singolare soprattutto in Africa.