“Homo Italicus” di Giusi Miccoli. Recensione a cura Michele Sabatini

“Homo Italicus” di Giusi Miccoli

Recensione di Michele Sabatini

Conosco Giusi Miccoli da un pò. Mi piacerebbe presto rivederla a pranzo, come già fatto in passato, quando io parlai e lei mi ha ascoltò. Ebbi quella stessa attenzione che donava quando era mia docente. Il 2011 era appena iniziato, il suo libro “Homo italicus. L’evoluzione della specie Maschio Italiano” edito da Aliberti Castelvecchi era già uscito da qualche mese. Me ne aveva parlato un’amica comune. Durante quel pranzo abbiamo soltanto sfiorato l’argomento. Poi un giorno il libro è arrivato sulla mia scrivania. V’è rimasto qualche tempo, finché non è finito in valigia per un viaggio ed ha iniziato a tenermi compagnia.
Divorato? Non direi. Piuttosto sono stato sedotto, come se un pregiudizio fosse stato dissolto. Non su Giusi o la sua scrittura, quanto sul mio essere a mia volta “homo italicus”. Quasi scoprire una propria reincarnazione. Un amplesso consumato in cucina fra pentole da lavare. Perché quel titolo, quella copertina, sono una irresistibile fucina di domande. Soprattutto da parte del gentil sesso: “…e tu, a che tipologia appartieni?”.

Già, a che tipologia appartengo? Alla fine credo d’averlo letto allora per capire proprio questo. E forse è proprio per lo stesso motivo che, in questi giorni di bilanci esistenziali, ha finito per attrarmi irresistibilmente dagli scaffali della mia libreria: dopo tutti questi anni, a che tipologia ora appartengo?

Eccomi quindi  scoprire con piacere la grande attualità di questo saggio e passare in rassegna i vari tipi di maschio italiano, 12 per la precisione: uomo geisha, vintage, bisposato, virtuale, collezionista, simbiotico, single fidanzato, maratoneta, velocista, autarchico, amico, fricchettone. Giusi descrive ogni tipologia a partire da una storia, una relazione che il tipo d’uomo in questione ha intrecciato con una donna. Di ogni tipologia definisce un profiling, categorizza il rapporto del tipo d’uomo con la donna, analizza il modo in cui vede la donna, segnala la caratteristica distintiva del tipo, mette in evidenza sottotipi e possibilità di mutazione verso altre tipologie di maschio. In maniera rigorosissima. Non poteva essere altrimenti, Giusi è una sociologa di quelle brave e questo libro era e rimane un serissimo divertimento.

Una vera e propria ricerca la cui rilevazione dati è avvenuta tramite i metodi delle interviste in profondità e dei focus group con il coinvolgimento di cinquanta testimonianze di donne. Uno studio che organizza il libro in tre parti: la prima studia gli elementi di contesto che vanno a influire sugli equilibri sentimentali e sui comportamenti di uomini e donne. Un modo per capire come le leggi che in passato regolavano i rapporti affettivi non siano più valide e sia necessario individuarne di nuove. La seconda, il cuore del libro, passa in rassegna 12 tipi di maschio italico evidenziandone le peculiarità nei rapporti d’amore, ovvero come “vecchi esemplari maschili” ben conosciuti da decenni, lascino il passo a nuovi tipi italici. La terza vede protagoniste le donne, ovvero le “corresponsabili” della frammentazione dell’homo italicus. “Feminae italiche”, le cui nuove generazioni con i propri sogni, le proprie ambizioni, le proprie rivendicazioni, hanno influenzato l’identità dei propri compagni, finendo a volte però per fare autocritica e mettere la retromarcia di fronte alle proprie scelte.

Quale finale attendersi da un libro così? Allora – quando lo lessi per la prima volta – e adesso – che l’ho riletto dopo tanto tempo – il finale giusto è quello che ognuno si aspetta. Sicuramente però sarà un finale aperto. Perché se il maratoneta, il vintage, il bisposato, l’uomo geisha e l’autarchico sono uomini orientati – ognuno a proprio modo – alla stabilità e alla continuità, esistono pur sempre tipi come il velocista, il collezionista, il virtuale e l’amico che sono guidati dalla flessibilità e dalla volatilità. In mezzo, per fortuna o per sfortuna, permane un gruppo di indecisi fra il farsi guidare dalla fragilità e dalla mutabilità o dalla solidità e dalla persistenza: il simbiotico, il fricchettone, il single fidanzato. Per fortuna o per sfortuna, perché oggi in fondo il vero problema nella lotta dei sessi è – almeno per alcuni, uomini e donne che siano – vincere la paura, conoscersi, scegliersi ed avere il coraggio di darsi. Se poi a fare il primo passo sia un uomo o una donna in fondo che importa?

 

Giusi Miccoli. Co-founder della community DEA #donnecheammiro. Sociologa del lavoro con un Master in Business Administration e un Master in Scienze organizzative. È Strategic Advisor nelle Politiche per lo sviluppo del personale e nei Processi di apprendimento. È docente per Università e Scuole di formazione. Fa parte del Comitato di Redazione della rivista Formazione & Cambiamento. Scrive periodicamente articoli sui temi dell’apprendimento, delle competenze e dell’innovazione organizzativa. Ha pubblicato Homo Italicus. L’evoluzione della specie «maschio italiano» nel 2010 con la casa editrice AlibertiCastelvecchi. Assieme a Mariangela Cassano ha curato “DEA #donnecheammiro. Donne che creano reti per costruire il futuro”, il libro manifesto della omonima community virtuale, autoprodotto e disponibile su Amazon in formato cartaceo e Kindle.

SCHEDA LIBRO

Titolo: Homo italicus. L’evoluzione della specie «maschio italiano»
Autore: Giusi Miccoli
Editore: Aliberti Castelvecchi
Anno edizione: 2010
Pagine: 281 p.
EAN: 9788864310121
Prezzo: € 15,00

Michele Sabatini
Classe 1977, consulente di comunicazione. Vivo fra Roma e l’Umbria. Prima e dopo la laurea sono passato per varie reincarnazioni: sarto, guerrilla marketer, responsabile ufficio stampa nel settore del trasporto aereo, ghost writer. Mi occupo dello sviluppo di progetti editoriali e organizzo festival letterari. Leggo libri, da scrittore sospeso ne scrivo recensioni.