#StoriediVitaperDEA – Sabina, Gabriella, Sandra ed Andrea: cucina indimenticabile! a cura di Giovanna Fasciani
Sabina, Gabriella, Sandra ed Andrea: cucina indimenticabile!
Oggi parliamo di un’impresa femminile di successo, di creatività e di tradizione nell’arte della cucina.
Parliamo di donne di una famiglia romana, Gabriella e Sabina (madre e figlia) e del fratello Andrea e della loro amica Sandra. Credo sia interessante partire proprio dalle origini. La tradizione culinaria in questa famiglia molto numerosa si perde nella notte dei tempi in cui la cucina romana era il cuore della famiglia stessa e ruotava intorno alla nonna. Gabriella ha imparato molto da nonna Giulia e la affiancava nella preparazione dei pranzi e delle cene quotidiani per i componenti della famiglia.
Il primo approccio professionale viene da Gabriella e Sabina quando quest’ultima perde il lavoro all’American Airlines durante la Prima Guerra del Golfo, nel 1990. Sabina si è dovuta inventare un lavoro che le piacesse. A quel tempo lavorava part time presso un call center ed il pomeriggio lo metteva a disposizione per preparare pranzi a domicilio per amici con l’aiuto ed i consigli della mamma Gabriella, basandosi esclusivamente sulle ricette di famiglia. Attraverso il passaparola quest’attività di catering è diventata una professione. Lentamente, vedendo che le richieste crescevano, hanno iniziato a frequentare i primi corsi di cucina amatoriali e semiprofessionali, corsi di cucina salata e di pasticceria creando a loro volta piatti del tutto nuovi come le buonissime lasagne con pane carasau, le pizzelle napoletane, i buffet per antipasti come i frittini, le zuppe, gli spaghetti e tanti altri piatti innovativi come la torta Principe di Sandra. Il fratello Andrea, impareggiabile cuoco e curiosissimo ed instancabile viaggiatore, ha dato il suo importante contributo per la cucina etnica, in particolare quella brasiliana. La loro amica Sandra che le affiancava nei catering, al termine della sua carriera da commercialista ha voluto riprogrammare la sua vita. Ha avuto l’idea di creare un luogo per eventi per far incontrare le persone in un momento felice della loro vita. Con queste premesse, nel 2014 tutta la famiglia insieme a Sandra hanno iniziato a cercare un luogo e nel 2016 hanno trovato un capannone a Tor Fiscale. Hanno creato ufficialmente l’Associazione Culturale La Falegnameria perché il capannone industriale ospitava realmente una falegnameria nel ‘900. Si tratta di uno spazio polifunzionale: si organizzano spettacoli teatrali e cabaret, mostre di pittura, mercatini per Onlus per la raccolta fondi. Attività legate alle esigenze dei soci: feste private, battesimi, matrimoni, etc.
La bravura di queste donne è stata quella di sapersi inserire con intelligenza e flessibilità in un quartiere isolato ed a sé stante, hanno creato le condizioni per farsi accogliere in una comunità coesa che non le conosceva: ad esempio facendo svolgere le riunioni del comitato di quartiere nei loro locali ed offrendo ciambelline al vino e liquori di loro produzione. Infatti, se è vero che la Falegnameria si trova in una realtà di frontiera perché distante dai punti turistici e di ristoro comuni, offre un servizio particolare: un ambiente familiare in cui ti senti accolto. Proprio per questo durante la chiusura per il Covid, il quartiere ha sostenuto la Falegnameria. Per loro l’anno di svolta sarebbe stato proprio il 2020 perché dopo anni di spese per ristrutturazione e per start-up si sono ritrovate chiuse senza sapere quando avrebbero riaperto. Da Marzo 2020 ad oggi sono riuscite a coprire le spese attraverso i pranzi domenicali in catering, le torte per la colazione, attraverso piccole cose. I soci chiedevano qualche piatto proprio per poterle aiutare così come le famiglie del quartiere. Dalla riapertura di giugno 2020 fino a settembre hanno lavorato organizzando pranzi per famiglie ed apertivi serali. Con la seconda ondata si sono verificate aperture a singhiozzo ed hanno organizzato asporto per i soci. Al momento attuale, con una timida ripresa organizzano pranzi per famiglie ed aperitivi serali. Non si sono mai perse d’animo ed hanno sempre cercato di lavorare nelle modalità consentite.