#StoriediVitaperDEA – VERONICA LESLEY STEVENS DI BIASI a cura di Giovanna Fasciani
VERONICA LESLEY STEVENS DI BIASI e la riabilitazione equestre a Roma.
Veronica Lesley Stevens è una signora inglese che ho incontrato circa 4 anni fa su indicazione del Comitato italiano Paralimpico e dell’INAIL per effettuare un programma di riabilitazione motoria con lo sport equestre presso il Centro Ippico Torricola.
Il centro ippico Torricola è stato fondato da Veronica alla fine degli anni ’80 ed è stato uno dei primi centri equestri per disabili nella Capitale. Da questo maneggio si son formati operatori che poi hanno aperto altri centri di riabilitazione equestre per disabilità cognitive e motorie oggi presenti a Roma.
Il maneggio è un posto ospitale. Chi ci capita la prima volta lo nota subito. Le persone sono amate e rispettate come lo sono i cavalli e gli altri animali.
Veronica mi racconta il suo percorso e mi dice che tutto è nato per caso quasi non volendo dare importanza alla sua iniziativa ed alla sua solidarietà, nonché alla sua perseveranza. Si può dire che tutto è nato dal suo desiderio di realizzare il suo sogno di bambina di avere un cavallo.
Veronica è nata a Brighton nel 1947 ed arriva in Italia da sola a 20 anni, nel 1967. La sua passione per i cavalli inizia fin da piccolina. Suo padre era un militare ed ha viaggiato molto grazie alla carriera paterna. Ha vissuto nello Sri Lanka ma solo tornando in Inghilterra, nel Galles, ha imparato a montare perché la casa dell’esercito era accanto al maneggio. Mi racconta delle sue cavalcate spensierate sulla spiaggia da bambina giocando con i suoi amici. Il padre poi si è spostato in Malesia dove nell’ippodromo c’era una signora inglese che le dava lezioni. Tornata a Londra verso i 18 – 19 anni trova lavoro alla BBC. La radio televisione aveva un Club con i cavalli e lei viene scelta come prima amazzone per partecipare a riprese alla Wellington Barracks. Solamente in tre vengono scelti.
Veronica lascia la BBC e decide di venire in Italia dove viveva la sorella maggiore che si era sposata a Milano. Si trasferisce in Sicilia dove impara l’italiano. Veronica abituata a viaggiare, a vivere da sola, trova il soggiorno in Sicilia un po’ “stretto” e si trasferisce a Roma a casa di una sua amica che le consiglia di inviare il suo CV alla FAO. Viene assunta alla FAO e si stabilisce a Roma definitivamente. Durante l’estate e lungo il tragitto per raggiugere la sorella maggiore in Corsica, sul traghetto incontra il marito Giancarlo.
Il sogno di possedere un cavallo che si porta dietro fin da bambina non è scomparso. Continua a lavorare nelle Nazioni Unite, prima alla FAO e poi all’IFAD. Intanto si trasferisce con il marito su un terreno che avevano acquistato vicino l’Appia Antica, sulla strada che collega Capannelle con l’Ardeatina, via di Torricola. Lasciano il loro appartamento a Monteverde e decidono di vivere in una casa mobile per 3 anni. Giancarlo poi inizia a costruire la casa. Nascono i figli, un maschio e una femmina. Veronica lavora part time all’IFAD ma vivendo in campagna inizia a pensare seriamente all’acquisto di un cavallo, anche grazie all’input che viene dal suo capo in ufficio che aveva individuato il suo desiderio infantile. Prende così il suo primo cavallo dalla sua amica inglese, Jenny, che aveva un maneggio in una località vicina. Sarà la stessa amica che la affiancherà nella costituzione del maneggio per disabili. Siamo inizio anni ‘80. Gli amici la aiutano a costruire i primi box per cavalli, la consigliano, mentre Giancarlo ingrandisce la casa (la stanza per i giochi dei bambini oggi è la club house, con la cucina dove le persone del maneggio si fermano a parlare e a bere caffè in condivisione).
Siamo a metà anni ’80 …. La casa era costruita, qualche box per i cavalli esisteva…. In quel tempo Veronica aveva 4 cavalli. Una mattina Veronica legge un annuncio sul giornale in cui due ragazzi, una psicologa e un fisioterapista cercano cavalli per curare disabili. Valutando che i suoi cavalli erano inutilizzati perché servivano solamente ai suoi famigliari per semplici passeggiate, chiama i due operatori per mettere a disposizione i suoi cavalli per le loro terapie. Da quella telefonata inizia la storia del Centro Torricola.
Veronica stessa viene proiettata in un mondo che lei non conosceva e inizia a seguire dei corsi per terapia equestre dell’Associazione Nazionale di Riabilitazione Equestre (ANIRE). Dopo pochi anni, il suo progetto nato quasi per caso si afferma e nel 1990 Veronica riesce ad aprire il suo primo gruppo di ragazzi disabili e di operatori specializzati. In quegli anni anche Giancarlo si ammala gravemente e lei riesce a seguire la malattia del marito, crescere i figli e seguire il centro ippico appena nato. Nel 1995 partecipano agli Special Olimpics Games nel Connecticut (USA) e il Centro Torricola vince il primo premio grazie a Laura, una ragazza con sindrome di Down. Iniziano a partecipare a diverse gare in tutta Italia: Napoli, Milano, Salerno, Siena.
Oggi il Centro Ippico Torricola è convenzionato con il Comitato Italiano Paralimpico (CIP), con la Federazione Italiana Sport Equestri (FISE) e con l’Associazione Sportive e Sociali italiane (ASI) oltre che precedentemente con FISHA (Federazione Italiana Sport Handicap) e successivamente la Federazione Italiana Sport Disabili (FISD).
Il Centro lavora con ciechi, autistici, persone con disturbi cognitivi, disabili motori, con persone di tutte le età, dai bambini agli adulti. Il Centro oggi è pieno di gente. Si è fatto conoscere per la sua caratteristica: accoglienza e professionalità degli operatori. Molti sono arrivati grazie al passaparola e non si sono più distaccati. Il Centro lavora con la comunità di Capodarco, con l’Istituto S. Alessio (istituto per i non vedenti) con la Casa Famiglia Casa Gialla. Hanno vinto progetti della Regione Lazio e del Comune di Roma. Hanno una convenzione con la Facoltà di Psicologia della Sapienza e con Scienze della Formazione di Roma Tre per accogliere tirocinanti.
Dopo questa lunga chiacchierata sotto il pergolato della sua casa salutiamo Veronica e osserviamo gli operatori e i ragazzi in terapia che puliscono i cavalli, li preparano, montano in sella, fanno esercizi…